POST 2.3 – Mutamenti del territorio comunale di Lusciano (CE). Cenni sulla situazione attuale. Conseguenze della forte espansione della parte propriamente urbanaAllo stato attuale, il territorio comunale di Lusciano si presenta, di fatto, diviso in due aree diversissime fra loro.A nord di viale della Libertà (da Aversa fino a Parete), s’estende la parte propriamente abitata del paese che, fatto salvo il residuo piccolo spazio alle spalle del rione Don Zeno, è stata consumata del proprio suolo in appena mezzo secolo e in maniera incomprensibilmente rapida.
A sud di viale della Libertà (da Aversa fino a Parete), con l’eccezione del rione Gesú e Maria e dell’area delle vie Gobetti e Cervi, trova spazio ancora (ma fino a quando?) la parte extraurbana del comune.
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Di certo l’espansione incontrollata dell’abitato ha portato a conseguenze negativissime.In primo luogo, ha
appesantito il flusso del traffico in ogni direzione. Particolarmente grave è la situazione di viale della Libertà su cui s’affacciano o confluiscono direttamente un maxi parcheggio di un centro commerciale, strade e di altri tipi di stabili (negozi, ristoranti e locali in genere, case private) i quali finiscono per rendere
assai difficoltosa la comunicazione stradale perfino di tutta questa parte dell’agro aversano.Difatti va ricordato come viale della Libertà coincide con il tratto luscianese di quella Strada degli Americani che, da quando è nata, attraversa soprattutto il comune qui oggetto di considerazioni, come cerca di mostrare la sottostante immagine.
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In secondo luogo, è oggettivamente diminuita la presenza dell’impronta agricola nell’intero territorio comunale ed è risultata sproporzionalmente stimolata la terziarizzazione al dettaglio, la quale, però, già di per suo non può essere definita “economia” nel senso stretto della parola.
Nel contempo anche a Lusciano pare essersi consolidato quell’insano convincimento per cui il sostegno smodato alle imprese edili rappresenti il modo principale per garantire la crescita economica, quando questo settore con tutto ha a che fare fuorché con l’economia, come si accennerà in seguito.
In terzo luogo,
l’affermarsi di un abitato congestionato a causa della pochezza del territorio comunale luscianese (al 31-12-2013 si contano 15.296 abitanti in appena 4,5 kmq)
ha minato la sensazione di una sana vivibilità, alla quale di certo non si può pensare di rimediare con qualche parco all’aperto, come quello sito in via Femiano.
In quarto luogo, il processo di incontrollata erosione del suolo e la contestuale affermazione di un abonorme caseggiato contraddistinto dall’eccessiva affermazione di forme di sostentamento non economiche (commercio, edilizia, ramo impiegatizio) ha già
compromesso e tende a
minare ulteriormente il concetto di identità comunitaria, la quale, seppur con apposite espressioni/ritualità (fra trova spazio cui la festa di san Luciano),
trova vero senso solo attraverso la preservazione di un riconoscibile profilo territoriale (e, magari, di un impianto economico che ne garantisce un utlizzo costante, cioè ciclico).
Occorre mettersi in testa, insomma, che il territorio non coincide solo con la parte urbana, ma abbraccia quella extraurbana, che, fra le due è la piú importante, per la sua capacità di garantire la vivibilità singola e collettiva.