La domenica di Pasqua. Alle ore sette centinaia di giovani, accompagnano il simulacro di san Michele per le vie del paese con la banda musicale al seguito. Le campane della chiesa Motta suonano a tutto spiano per tutta la mattinata .I giovani più forzuti portano sulle spalle la statua del Santo, mentre i più piccoli corrono davanti sventolando rami d'alloro. Su e giù per le vie del paese ballando e correndo come forsennati. La banda suona la " sanmichilara" - un inno dedicato al Santo. Fino alle ore 11, girano e rigirano alla rinfura il paese, sempre ballando portando l'entusiasmo alle stelle.
Verso mezzogiorno, nella piazza Umberto I°, iniziano i preparativi dell'Incontro. I ragazzi e san Michele corrono per tre volte su e giù da un punto all'altra della piazza, dove sono situati la Madonna della Pace in basso e, San Salvatore in alto. Alla fine, l'incontro, al centro dell'affollatissima piazza. L'incontro avviene in un'atmosfera emozionante. La Madonna e Gesù risorto si baciano per tre volte i piedi mentre la banda musicale intona il " Noi voglian Dio". Il popolo esulta di gioia, è il momento di commozione generale che unisce tutti in un unico abbraccio. Il pomeriggio di Pasqua, credo, come si svolge a Burgio, sia veramente unico. La mattina, il popolo è unito e commosso per Gesù risorto e, l'avvenuto incontro con la Madonna, dopo il pranzo, il paese si divide in due: " Santu Vitara e Santu Lucara". I due santi in questione sono San Vito e San Luca. Una tradizione secolare su cui si sconosce la vera origine. I santi, prima San Vito e poi San Luca, sono portati in spalla per delle ore fino alla mezzanotte girando alla rinfusa il paese. Fino a qualche anno fa mogli contro mariti, famiglie contro famiglie, la tenzione arrivava ad essere incandescente fino all'alterco.
Ricchi possidenti che hanno dileguato le loro proprietà, per far vincere il proprio santo nella gara dei fuochi d'artificio. Oggi, non è più così, ma rimane intatta, come sempre, l'appartenenza e la fedeltà al proprio santo. Non è una cerimonia religiosa, ma un fatto puramente culturale-folkloristica.
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