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Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, grazie!
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MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:30 
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POST 1

Salve a tutti. Apro questa discussione inserita, come la precedente sugli sponsor privati (http://www.piroweb.it/forum/viewtopic.php?f=55&t=4124), all’interno del breve ciclo di 3 riflessioni concernenti alcune occasioni di entrata finanziaria potenzialmente disponibili per ogni Comitato di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Scopo primario di questo topic è, in particolare, quello di dimostrare l’inutilità sostanziale dei contributi pubblici in denaro erogati, dalle Amministrazioni locali e non, direttamente ai vari Comitati di Festa Patronale Esterna del sud Italia.

Si tratta in buona sostanza di precisare il NO all’assegno, al bonifico o a quant’altro di simile che viene emesso dall’ente statale e che giunge al gruppo organizzatore di succitate kermesse.

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I fuochi marciano nel tempo e nel silenzio. (Francesco Nicassio)


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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:31 
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POST 1.1

Come atto di educazione verso gli utenti eventualmente interessati a questo topic, preme ora ribadire la quadrupla premessa evidenziata già nella precedente discussione sugli sponsor privati.

In primo luogo per “Comitato” s’intende l’associazione (più o meno occasionale) privata di persone che, separata formalmente e fattivamente da ogni espressione istituzionale religiosa e civile, realizza una kermesse patronale.

La nozione di “Comitato” si rivela decisiva per chiarire che, nell’ambito di questo topic, sono effettuate riflessioni solo a riguardo di quelle celebrazioni organizzate da gruppi privati di persone coll’aggiunta di una somma di denaro pubblico.
V’è dunque l’esclusione di tutte quelle kermesse patronali organizzate per intero dall’assessore di turno o comunque da pubblici referenti.


Va inoltre ribadito che per “Comitato” rientrante nelle considerazioni di questo topic s’intendono pure quei gruppi “parziali” che, nella fase di allestimento e nei giorni di Festa, convivono con una formazione “centrale” e che in genere curano solo uno o alcuni aspetti (Fuochi Pirotecnici, ad esempio): “Comitati rionali”, “Partiti”, “Associazioni”, e simili, secondo l’espressione adottata nella specifica località.

In secondo luogo per “Patrono” s’intende ogni devozione con o senza la relativa “qualifica canonica”.

In terzo luogo va sottolineato che l’uso dell’aggettivo “Esterna” vuole rimandare unicamente al ramo ludico di suddette kermesse non volendo l’inclusione del settore liturgico per il solo rispetto delle sensibilità religiosa altrui.

In quarto luogo per “sud Italia” s’intende l’area comprendente le regioni di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e, grosso modo, le province laziali di Frosinone e Latina. Una parte dello Stivale contraddistinta, insomma, da un percorso storico plurisecolare (medievale, moderno e contemporaneo) condiviso per parti assai ampie.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:32 
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POST 2

La giustificazione comune a cui si appellano i committenti circa la ricerca di contributi pubblici “liquidi” è, in genere, una sola: una paventata scarsità di denaro, in assoluto oppure in relazione al desiderio di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente” e non soltanto “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

A questo si cerca di ovviare, appunto, con la richiesta di contributi pubblici che si conclude, a seconda dei casi, con erogazioni più o meno cospicue.

E ora qualche altra precisazione preliminare.

Le considerazioni a seguire sono divise in quattro parti.

Nella prima (POST dal 3 al 13) sono spiegate le ragioni per cui un Comitato Feste deve rifiutare il contributo danaroso che giunge direttamente dagli enti pubblici.
In quest’ottica il POST 14 vale come appendice atta a dimostrare l’inopportunità del contributo statale anche quando si tratta invece di eventi e/o scenografie aggiunti all’originale programmazione festaiola.

Nella seconda (POST dal 15 al 17-ter) sono spiegati i principali motivi, di maggiore o minore buonafede, alberganti nel Comitato Festa, circa la reiterata ricerca di diretti contributi pubblici in denaro.

Nella terza parte (POST dal 18 al 22) è indicata la più importante necessità di un rapporto fra Comitato e ogni autorità pubblica (da quell eletta a quella in divisa) basato su un supporto prettamente logistico-fiscale da parte di quest’ultima.

Il POST 23 rappresenta, colle conclusioni, la quarta e ultima parte.

Si precisa che suddette considerazioni sono prevalentemente affrontate da un punto di vista dei Comitati Festa pur essendovi importanti passaggi in grado di considerare l’ottica popolare e quella degli organi pubblici.

Buona, serena e gioiosa lettura. A riguardo lo stesso umile consiglio, specie per gli utenti stanchi di una lunga giornata di lavoro: proseguire un po’ alla volta e sempre col sorriso sulle labbra.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:32 
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POST 3 – LE RAGIONI CHE DEVONO SPINGERE I COMITATI FESTE PATRONALI “ESTERNE” DEL SUD ITALIA A RIFIUTARE I DIRETTI CONTRIBUTI IN MONETA EROGATI DALLE PUBBLICHE ISTITUZIONI

No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente che l’obolo privato a favore della F.P. Esterna/sud Italia è il segno di una libera adesione personale; mentre il contributo statale è solo un episodio di spesa pubblica.

Ogni kermesse patronale tende al richiamo collettivo, a cominciare dagli eventi imprescindibili dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea. Ma cos’è il richiamo collettivo se non il richiamo fatto a ciascun individuo? Dunque l’offerta privata è segno di adesione personale di chi prova gioia per codesto tipo di appuntamenti ludici.

Il versamento danaroso effettuato dagli enti pubblici ai Comitati, invece, è solo un episodio di spesa pubblica corrente. In termini più semplici, esso consta in una sorta di pagamento simbolico di tutta un’indistinta cittadinanza la quale, però, nel merito e/o nell’ammontare, può dissentire, e neppure a torto, per le più per svariate ragioni. Si pensi, ad esempio, alle proteste di chi vorrebbe quei soldi investiti in opere sociali più urgenti.

In parole povere. Se è vero che ogni F.P. Esterna/sud Italia ha vocazione collettiva, è altrettanto vero che essa diviene indizio di gioia solo per la persona che vi aderisce privatamente e non per l’indistinta cittadinanza.

Da notare che codesta affermazione è, purtroppo, al “netto” di quei furbacchioni che godono delle kermesse patronali senza versare nessun contributo. Che Zeus li fulimini!

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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POST 4

No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente che la F.P. Esterna/sud Italia reca in sé l’idea di un’identità comunitaria non necessariamente collegata a quella del riconoscimento delle Istituzioni statali.


Le F.P. Esterne/sud Italia hanno costituito in passato e costituiscono ancora tutt’oggi una formidabile occasione di esercizio del potere da parte delle Istituzioni Pubbliche: e ciò non soltanto coll’erogazione di soldi “liquidi” direttamente ai Comitati, ma anche collo svolgimento di cerimonie alla presenza di questo o quel rappresentante governativo.

Eppure se esse hanno resistito agli anni è certamente pure per la loro capacità di trasmettere un’idea di identità comunitaria non necessariamente collegata alla manifestazione di pubblico consenso di uno specifico periodo storico. Anche esse, in buona sostanza, hanno saputo essere una sorta di riferimento meno apparente e meno occasionale di quanto si pensi nel mare monstrum dei tornaconti quotidiani contrapposti e dei conflitti sociali.

Tuttavia la F.P. Esterna/sud Italia riesce a ribadire con efficacia succitata idea di identità comunitaria solo attraverso una questua fatta tra la gente. Soltanto con una costruzione concreta della kermesse che procede casa per casa, settimana per settimana, circostanza per circostanza.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente che essi allontanano idealmente il popolo dalla kermesse ovvero ne favoriscono un approccio indifferente o meramente lunatico.


La questua fatta in mezzo al popolo è l’unico modo per rendere quest’ultimo davvero partecipe dell’evento Festa. In quest’ottica, invece, i soldi pubblici “liquidi” tendono soltanto ad allontanare, in primis in termini ideali.

Lontananza ideale significa non tanto conteggiare gli individui in strada nei giorni di gala (d’altro canto chi non si precipiterebbe a mangiare gratis in un ristorante?), ma distanza dalla collettività nella fase di allestimento quando può non essere contattata in alcun modo.

D’altro canto la F.P. Esterna/sud Italia è anche attesa della Festa stessa fin dai mesi precedenti.

Un popolo lontano dalla Festa, poi, è indifferente verso di essa o, tutt’al più, manifesta una condotta lunatica fatta, a seconda delle annate, di sfrenato entusiasmo e di feroce contestazione, manco fosse trasporto pubblico.

Una F.P. Esterna/sud Italia che giunge a dipendere per il 100% da contributi pubblici è il massimo della lontananza dal popolo e non ha alcuna ragione di esistere. Neppure se prevedesse mille sparate e duemila Concerti Bandistici.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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No ai soldi pubblici! Un Comitato deve tener presente la frequentissima centralità della F.P. Esterna/sud Italia nel contesto ambientale meridionale e la diffusa tendenza di oboli privati di almeno un certo livello.


Secoli e secoli di storia fanno sì che ancora oggi, nella stramaggioranza delle località del sud Italia, le Feste Patronali rappresentino il massimo momento di aggregazione collettiva. Ciò si traduce, nel concreto, nella diffusa situazione di questue di almeno un certo livello e tali da evitare l’urgenza (?!?!?!) di diretti contributi pubblici.

Ciò malgrado non mancano località meridionali dove le kermesse patronali faticano a trovare, per differenti ragioni, una consistente risposta popolare. Tale tipologia di fattispecie, però, rende ancor più inutile il ricorso allo stanziamento “liquido” statale permanendo una voglia non popolare di fare e vedere la Festa.

Una collettività devota o, più in genere, affezionata alla Festa, o, ancor più in senso lato, ben consapevole dell’importanza delle occasioni di identità comunitaria non si pone mai il problema di contribuire né in denaro né in altro modo, né una volta né mille, né si nasconde dietro l’eventuale ruolo di autorità che tutto concede. Per cui un popolo che non paga è un popolo che non vede: forse ha solo altri piaceri, punto.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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No ai soldi pubblici! In primis a quelli del Municipio! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente la probabilità di “maggioranze” e di “minoranze” pronte a ricamarvi sopra secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.


Il versamento di denaro pubblico direttamente ai Comitati è, da un punto di vista amministrativo, un semplice atto di spesa. Su questa premessa illudersi dell’intoccabilità della Festa può divenire sempre più un sogno se trovano spazio delle parti politicanti contrapposte secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.

Un semplice esempio di logica delle posizioni automaticamente divergenti è quello di una “maggioranza” che dice “A” e una “minoranza” che risponde “B”, o viceversa.

Tale logica di contrapposizione segue difficilmente dei criteri obiettivi, ma risponde soltanto alla necessità di “battere un colpo” come tanti spiriti in cerca di pace, cercando altresì di suscitare una qualche reazione, più o meno interessata, anche fra gli strati popolari.

Per cui all’assessore di turno che si accampa meriti grazie al «proprio tempestivo interessamento», tramite il quale tale determinata manifestazione può divenire «un volano per lo sviluppo dell’economia del territorio», può rispondere a stretto giro di posta il rappresentante delle “opposizioni” che ricorda la necessità di «provvedimenti più urgenti come il piano casa o quello degli insediamenti produttivi». E viceversa se chi sta al potere parla di «provvedimenti più urgenti della Festa», e il gruppo di minoranza ricorda «l’esigenza di difendere le tradizioni».

L’ottenimento di soldi pubblici “liquidi”, insomma, può portare un qualsiasi Comitato Festa, gruppo privato proteso alla coesione collettiva, a trovarsi al centro di un’assurda partita di ping pong, coll’implicazione aggiuntiva di attirarsi anche gli strali di quelle fasce popolari poco attente all’argomento festaiolo, interessate ad un terzo fine o, più tristemente, povere ed arrabbiate verso il Mondo.

E tutto ciò in maniera indipendente dall’ammontare specifico del contributo danaroso.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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No ai soldi pubblici! D’altro canto che c’azzecca il contributo di enti extracomunali come le Province e le Regioni?


Norme e leggine permettono spesso alle associazioni locali di mungere vacche ben più grasse di quella rappresentata dall’ente di casa. In quest’ottica i Comitati Feste non sono da meno e spesso, tramite parrocchie e terzi soggetti, non mancano di effettuare la loro richiesta a enti come le Province e le Regioni.

Ebbene tale richiesta dei Comitati Feste è legittima ma, nel merito, totalmente inopportuna. Per quanto celeberrima possa essere, infatti, ogni kermesse patronale rimane espressione di ogni singolo campanile e difficilmente si presta all’esportazione come una marca di jeans o come il marchio di una squadra di calcio come il Real Madrid.

Non va mai, mai, mai dimenticato che ogni Festa Patronale Esterna/sud Italia diviene anche un’occasione di manifestazione dell’identità umana, storica e fisico-territoriale del posto in cui si svolge. E ciò, che è pregio e non limite, non può essere calpestato da discutibili logiche arraffatutto dei Comitati.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente la probabilità di ingerenze dell’ente erogatore il quale ha, per propria natura, delle finalità previdenziali che sono ben distanti da quella legata alla valorizzazione artistico-artigianale, in primis, dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.


Come scritto nel POST 4, la F.P. Esterna/sud Italia reca in sé l’idea di un’identità comunitaria a sé stante. Motivi storici e di buon senso, però, non consentono a un Comitato di escludere la centralità degli eventi specifici della Pirotecnica Aerea e dei Concerti Bandistici poiché l’esperienza festaiola è finalizzata in primis all’allargamento delle esperienze umane e cognitive di ciascuna persona del popolo.

Tuttavia simile assetto può venire meno nel caso di contributi pubblici “liquidi” a crescere e di “sinergie fra il Comitato e l’Assessorato di turno, in concerto colle altre realtà territoriali”. Un nuovo mefistofelico scenario, infatti, tende a svelarsi dallo strombazzato proclama della “Festa aperta a tutte le sensibilità”: quello del dover “dare alimento” e visibilità a chiunque si presenti senza alcuna logica programmatica, solo nell’ottica di raccomandazioni e/o segnalazioni volte a favorire i “paisani” e gli “amici degli amici”.

Una F.P. Esterna/sud Italia che giunge a dipendere per il 100% dai contributi pubblici può divenire il massimo in tal senso. D’altro canto qui cessa ogni distinzione fattiva fra l’ente pubblico e il Comitato, malgrado quest’ultimo abbia un proprio organico separato; la kermesse patronale diviene un vero e proprio servizio statale, come la mensa all’asilo nido; l’obolo entusiasta del semplice appassionato lascia il passo all’obbligatorietà delle tasse pagate da ogni cittadino.

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