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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:37 
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POST 10

No ai soldi pubblici! Un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia deve tener presente che le erogazioni degli enti statali peccano, alla lunga, di stabilità.


Il versamento di denaro pubblico direttamente ai Comitati è, da un punto di vista politico, un semplice atto di ricerca del consenso. Ciò implica che l’assetto di un giorno può non valere in quello seguente, e viceversa.

In quest’ottica il politicante, a parte le dichiarazioni di facciata a mezzo stampa, non trova alcuna differenza fra il mercatino delle pulci, la squadretta di calcio e la Festa Patronale. Per egli, poi, i soldi statali “liquidi” non sono altro che le pedine di una partita a scacchi che non finisce mai e che ogni volta cambia pedoni e pedine.

L’instabilità dell’erogazione statale di soldi “liquidi” al Comitato, poi, può essere, in alternativa e/o nel contempo, collegata a oggettivi motivi di ristrettezza dei bilanci.

Dunque male fa un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia a poggiare parti crescenti dei propri introiti sul bonifico in arrivo dal soggetto pubblico. Da un anno all’altro la “Festa grande” può divenire “piccola” e ciò può rallentare l’idea di un percorso festaiolo in cui, causa necessità, il progressivo miglioramento artistico-artigianale non può trascendere del tutto da una disponibilità dei fondi almeno costante.

Nessuna pianta dà frutti con 100 giorni di siccità e 24 ore di pioggia torrenziale. Meglio che un Comitato, allora, faccia affidamento su entrate sempre più adiacenti al porta a porta, in moltissimi casi paradossalmente più stabili pure in tempi di crisi generalizzata.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:37 
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POST 10-bis

Va altresì considerata una conseguenza negativissima della mancata stabilità dei soldi pubblici “liquidi”.

Esiste, infatti, anche la possibilità (molte volte verificatasi nella realtà) di contributi statali promessi, Comitati che ingaggiano sulla base delle relative cifre, e ditte di turno che poi non possono essere successivamente pagate.

Al di là dei rimedi concretamente individuabili viene anzitutto da chiedersi se è corretto per un Comitato vendere la pelle dell’orso senza averla fra le mani e se è corretto posticipare perfino di mesi e mesi il pagamento di lavori altrui.

Viene allora da chiedersi se non sia meglio un ente organizzatore poggiato sulle proprie sostanze e non disposto a fare la figura dell’arraffatutto.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:39 
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POST 11

No ai soldi pubblici! Di essi è possibile fare a meno anche nelle grandi città meridionali dove l’inefficacia di raccolte fra i privati è soltanto un problema aggirablissimo.


Nelle città meridionali di 20.000, 50.000, 100.000 e più abitanti, un Comitato di Festa Patronale ha comprensibili problemi nel giungere a bussare a tutte le porte. Ecco, allora, la richiesta di contributi pubblici “liquidi” in grado di ovviare a tale esigenza.

Eppure le considerazioni dei precedenti post non sono proporzionali all’estensione dell’abitato ma valgono sempre. In buona sostanza resta la possibilità di puntare su forme alternative di entrata come, ad esempio, gli sponsor privati non incompatibili (alla luce di quanto precisato nel POST 16 del precedente topic http://www.piroweb.it/forum/viewtopic.php?f=55&t=4124&start=20).

Anche la creazione di singoli punti di raccolta dei fondi costituisce un buon rimedio, partendo però dall’esigenza di una preliminare attività di segnalazione alla collettività e da quella di circoscrivere sempre più i relativi luoghi col crescere dell’abitato, data la maggiore probabilità di gazebo (e simili) gestiti da “mele marce”.

Il problema delle 20.000 o 200.000 persone, soprattutto, non esiste perché la persona affezionata alla kermesse non pone MAI alcun problema a metter mano al portafoglio, ovviamente nei limiti del possibile.

Va da sé, in maniera comprensibilissima, che una F.P. Esterna/sud Italia ha poche probabilità di successone in città via via sempre più grandi: sia per la presenza di altre e più costanti occasioni di aggregazione sia per una certa naturale diffidenza verso committenti che, comunque, l’abitante della metropoli ha minori probabilità di conoscere (pure soltanto di vista) rispetto a quanto accade nel minuscolo paesino o nella località di 10-15.000 persone.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:39 
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POST 12

No ai soldi pubblici! Nel contesto dove il Comitato ha già a disposizione altre forme di introito popolare più o meno consistenti, infatti, esse possono divenire sintomo di una negativa situazione di eccesso di moneta in entrata nell’ambito della locale kermesse patronale.


Come scritto nel POST 2 i Comitati ricorrono ai soldi pubblici “liquidi” nell’ottica di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente”, oltre “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

In buona sostanza vi si ricorre per “rinforzare” il concerto di musica leggera oppure l’impianto di Lumi o per introdurre qualsialtra manifestazione secondaria che si ritiene utile al calendario degli eventi.

Ciò, però, può tradursi alla lunga in una situazione di ingestibilità del nuovo flusso di entrate da parte dei Comitati, specie se quest’ultimo tende a essere costante o financo crescente. Le più disparate aspettative in buonafede ed eventuali conflitti di interesse che maturano in essi, infatti, possono giungere a contrapporsi sino a culminare un’involuzione artistico-artigianale proprio degli eventi specifici di una F.P. Esterna/sud Italia (Concerti Bandistici e Pirotecnica Aerea) e, quindi, di tutta la kermesse.

Il sottoscritto ribadisce il proprio impegno al superamento della legittima perplessità dei lettori di questo post coll’avvio, entro qualche settimana, di una nuova occasione di riflessione sull’eccesso di moneta in entrata nell’ambito delle Feste Patronali Esterne/sud Italia.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:41 
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POST 13

Esistono, insomma, almeno 10 ragioni perché un Comitato di F.P: Esterna/sud Italia DEBBA rifiutare la richiesta o l’apporto di soldi pubblici “liquidi”.


• Le offerte private nell’ambito della kermesse patronale sono il segno di una libera volontà di tutte le persone contribuenti; il contributo statale, invece, è solo un episodio di spesa pubblica non condivisibile da tutta una cittadinanza.

• La kermesse patronale reca in sé l’idea di un’identità comunitaria non necessariamente collegata a quella del riconoscimento delle Istituzioni statali.

• I soldi pubblici “liquidi” allontanano idealmente il popolo dalla kermesse ovvero ne favoriscono un approccio indifferente o meramente lunatico.

• Le F.P.Esterne/sud Italia occupano, in genere, un ruolo massimo nella vita collettiva della stramaggioranza delle località meridionali tale da evitare un urgente (?!?) ricorso ai soldi pubblici “liquidi”. In caso di cronico insuccesso della raccolta fondi, invece, non resta che abolire la kermesse vista l’indifferenza collettiva.

• A cominciare dall’erogazione municipale, v’è la probabilità di “maggioranze” e di “minoranze” pronte a ricamarvi sopra secondo la logica delle posizioni automaticamente divergenti.

• Lo specifico contributo degli enti extracomunali, come le Province e le Regioni, lede l’idea di F.P. Esterna/sud Italia come manifestazione dell’identità umana, storica e fisico-territoriale del posto in cui si svolge.

• V’è la probabilità di ingerenze da parte dell’ente erogatore il quale ha, per propria natura, delle finalità previdenziali che sono ben distanti da quella legata alla valorizzazione artistico-artigianale, in primis, dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.

• Le erogazioni degli enti statali peccano, alla lunga, di stabilità.

• Nelle località meridionali con più di 20.000 abitanti il Comitato organizzatore può sempre individuare altre forme di questua popolare tenendo anche conto della crescente difficoltà a portare a termine delle raccolte fondi simile a quelle a domicilio.

• I soldi pubblici “liquidi” possono concorrere a determinare un eccesso di moneta in entrata nell’ambito della kermesse patronale.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
MessaggioInviato: 07/03/2013, 19:42 
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POST 14 – IL << NO >> AL DIRETTO AIUTO MONETARIO STATALE DEVE ESSERE PURE IL << NO >> AL DIRETTO AIUTO STATALE SOTTO FORMA DI EVENTI E/O SCENOGRAFIE

Questo topic è sviluppato attorno al NO al contributo pubblico sotto forma di diretto versamento monetario. Ciò malgrado esperienza insegna che, talvolta, l’aiuto statale giunge (pure) sotto forma di veri e propri eventi e/o scenografie aggiunte alla programmazione.

A tal riguardo è opportuno sottolineare che un Comitato di F.P. Esterna/sud Italia ha il dovere di evitare financo codesta fattispecie perché, in realtà, essa suscita considerazioni e implicazioni del tutto simili a quelle elencate dal POST 4 al POST 10 - e riepilogate dal primo al penultimo punto del messaggio precedente.

Ad esempio è vero che la sostanza della spesa a carico dell’indistinta cittadinanza resta comunque. Così come rimangono intatti i rischi legati ad una progressiva lontananza emozionale del popolo dalla kermesse. Così come rimangono intatti i rischi legati ad un ente organizzatore in balia di “maggioranze” e “minoranze” litigiose. Così come rimangono intatti i rischi legati ad una concezione previdenziale delle cerimonie da parte del soggetto statale che va ad inficiare l’imparzialità dell’offerta festaiola, a cominciare da quella dei Concerti Bandistici e della Pirotecnica Aerea.

Fatta questa precisazione non irrilevante, ora si invita ciascun utente a riportare l’attenzione sul diretto contributo statale sotto forma di moneta “liquida”.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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POST 15 – CENNI SULLE DINAMICHE INTERNE AI COMITATI FESTA CHE DETERMINANO, IN PREVALENZA, LA RICHIESTA DI DIRETTI CONTRIBUTI PUBBLICI IN MONETA

I soldi pubblici “liquidi”, nell’ambito delle F.P. Esterne/sud Italia, sono sostanzialmente inutili. Tuttavia la ricerca di essi può permanere in sede di Comitato per motivi considerati nei post a seguire.

Da notare che le riflessioni dal POST 16 al POST 17-ter richiamano esattamente quelle già affrontate nel topic sugli sponsor privati (http://www.piroweb.it/forum/viewtopic.php?f=55&t=4124&start=30). Tuttavia la loro estrema attinenza consente di ribadirne i contenuti (pur se alla luce di alcune opportune modifiche) pure in questa discussione perchè è ben ipotizzabile l’esistenza di utenti non a conoscenza della passata trattazione o per nulla interessati ad essa.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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POST 16

La ricerca di soldi pubblici “liquidi” può essere indizio della mentalità in buonafede del tutto e subito radicata all’interno di un Comitato Festa Patronale.


Come scritto nel POST 2 la giustificazione dei Comitati circa il ricorso al denaro pubblico si rifà al desiderio di “offrire qualcosa di aggiuntivo alla gente” e non soltanto “le solite cose dei fuochi e delle bande musicali”.

Ma, come dimostrato finora, neppure l’eventuale buonafede dei componenti basterebbe a motivare succitata ricerca. Meglio, allora, organizzare una kermesse patronale con minore pompa magna, se per maggiore pompa s’intende la volontà di rafforzamento dei lumi e/o del parco cantanti, elementi per niente centrali del tipo di kermesse qui considerato.

Come scritto nel precedente topic sugli sponsor privati, invece, occorre assolutamente superare la mentalità del tutto e subito. Oggi, grazie al Cielo e malgrado la crisi economica corrente, infatti, si campa più a lungo di 100 anni fa quando bastava appena mezzo raffreddore per passare a miglior vita e quando anche certe esuberanze festaiole di oggi (lumi, cantanti) avrebbero trovato migliore giustificazione.

Occorre superare la mentalità del tutto e subito perché oggi la F.P. Esterna non ha più il “predominante monopolio del tempo libero”, così com’è accaduto fino a qualche decennio fa in moltissimi contesti del sud Italia. Per cui diviene pleonastico l’accattonaggio a tutti i costi per l’aumento dei lumi con microlampadine se ve ne sono di identici finanziati dai Comuni nel periodo natalizio; diviene pleonastico l’ingaggio di cantanti e di gruppi di recitazione varia se a tal fine non mancano associazioni di questo e quel tipo; diviene pleonastica l’organizzazione gare sportive se esistono a tal riguardo perfino delle minuscole società dilettantistiche e amatoriali.

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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POST 16 - bis

La ricerca di soldi pubblici “liquidi”, va ammesso, può essere indizio dell’umanissima (e quindi in altrettanta buonafede) esigenza dei Comitati Feste Patronali Esterne/sud Italia di non rimanere con disavanzi di bilancio.


In tale ottica, comunque, il rimedio è piuttosto semplice e consta nel taglio degli apparati luminosi e serici e/o nel taglio (o perfino abolizione) degli eventi secondari (dai cantanti a scendere): due categorie di spesa che spessissimo giustificano l’adozione di introiti come quello oggetto della presente trattazione.

In buona sostanza si tratta di tagliare all’unisono entrate inutili (come quelle dei soldi pubblici direttamente erogati dagli organi statali) e uscite progressivamente illogiche in modo da non tramutare l’attività dei Comitati in quella di gruppi arraffatutto dotati di un’offerta programmatica alquanto contraddittoria nella sua sostanza artistico-artigianale.

È fondamentale che ogni componente di Comitato F.P. Esterna/sud Italia non tramuti la pur necessaria ricerca di oboli in un assillo personale in grado perfino di azzerare l’importanza formativa (anzitutto per lui!) della gioiosa esperienza festaiola, a cominciare, ovviamente da quelle specificatamente collegate ai Concerti Bandistici e alla Pirotecnica Aerea.
Che degli anni di militanza in una commissione patronale non rimanga soltanto una lunga sequela di numeri! Ma che primeggino il ricordo del repertorio serale dell’orchestra di fiati e la riuscita della migliore bomba da tiro stutata!

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Re: Comitati Feste del Sud Italia e SOLDI PUBBLICI? No, graz
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POST 17

È possibile affermare che il discutibile ricorso ai soldi pubblici “liquidi” sia contraddistinto, nella maggioranza dei casi, dalla sola buonafede.
Ciò malgrado il diretto contributo danaroso statale può divenire indizio pure di una contemporanea affermazione di finalità extrafestaiole in capo a uno o più membri del Comitato Festa Patronale di turno.


In buona sostanza nulla impedisce di pensare ad una richiesta di soldi “liquidi” pubblici che viene sponsorizzata e/o portata avanti da uno o più iscritti al Comitato più protesi al raggiungimento di finalità individuali che al successo della kermesse festaiola.

In tale ottica le fattispecie da considerare sono le 3 sottostanti.

Caso di conflitto di interesse, se vi è coincidenza nella stessa persona delle figure del committente e della ditta esecutrice e/o organizzatrice di eventi, scenografie e quant’altro (ad esempio: lumista, paratore, il singolo impresario di bande e l’agenzia di spettacolo).
Circa la definizione di conflitto di interessi in questa discussione sui contributi pubblici in moneta si rimanda al POST 17-ter.

Caso di diretto profitto commerciale, se vi è coincidenza nella stessa persona della figura del committente e di quella dell’esercente.
Un esempio a tal proposito è quello del componente in grado di far piazzare il palco di un’esibizione canora dall’abituale luogo ai pressi del proprio bar.

Caso di visibilità politica, se emerge coincidenza nella stessa persona della figura del committente e di quella del soggetto candidato ad un’elezione oppure avente un ruolo dirigenziale di partito (a livello tanto locale quanto extralocale).
Un esempio a tal proposito può essere quello del committente-candidato in grado di far lavorare un lumista in realtà per il solo fatto di suo “grande” elettore. Oppure quello del committente-coordinatore della sezione cittadina di un partito in grado di far mettere sotto contratto Tizio o Caio al solo scopo di coltivare delle “proprie relazioni”.

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