Ho riletto con molta attenzione questo topic e ne vorrei approfittare per una riflessione più generale per casi simili.
Tutto parte da una richiesta specifica dell'amico Sasà il quale vorrebbe divenire importatore di articoli pirotecnici cinesi da vendere sia all'ingrosso (verso altre ditte pirotecniche) sia al dettaglio (il negozietto in paese).
La riflessione in generale (che da questo momento in poi voglio far trascendere dalla specifica richiesta di Sasà, a cui invece auguro ogni riuscita) mi spinge ad essere perplesso per ben 4 volte, purtroppo.
La mia prima perplessità ruota attorno alla figura di "semplice importatore di articoli da vendere all'ingrosso ad altre ditte". In questo caso la mia perplessità parte dalla percezione che le attuali leggi italiane tendano a concedere con troppa leggerezza la possibilità di avviare attività import-export di pirotecnica all'ingrosso.
Per il bene della tradizione pirotecnica italiana è invece quanto mai necessario concedere simili autorizzazioni soltanto a chi è produttore di spettacoli. E ciò perchè il semplice intermediario non è assillato da esigenze artistiche ed espressive, e mira unicamente alla sua quota di profitto senza dare significativi contributi al momento creativo.
Lo scopo, invece, deve essere far crescere la pirotecnica come forma
artistica-artigianale. E questo non è direttamente proporzionale ai punti di stoccaggio import-export all'ingrosso.
La mia seconda perplessità è per i punti di vendita al dettaglio perchè questi ultimi inducono ad un "danno percettivo" tutto gravante sul popolo. Il popolo, infatti, con scatoline e scatoloni comincia a pensare che tutto vada bene per far rumore, che si possa fare della pirotecnica fai-da-te. Perfino i comittenti di spettacoli tradizionali potrebbero introdurre
micce e miccette per dirottare quote consistenti di budget sul cantante di turno.
La mia terza perplessità è più in generale.
L'aumento di punti di vendita all'ingrosso e al dettaglio colla conduzione di "persone non produttrici" produce altri due effetti negativi: 1 - smuove enormi quantità di merce spesso priva di qualità
2- e, a parità di fondi, genera comunque un effetto inflazionistico per l'aumento della domanda di fornitura da più parti.
La mia quarta perplessità è nei confronti delle associazioni rappresentative di categoria. Dove sono l'ANISP (
http://www.anisp.it/) e la ASSPI (
http://www.asspi.it/)?
Qual è il loro parere circa il proliferare nel mercato pirotecnico di
figure intermediare non produttrici?
Quali sono le iniziative messe in atto per tutelare la Pirotecnica Italiana che trova la sua massima espressione nei fuochi pirotecnici aerei diurni e notturni?
Le associazioni rappresentative di categoria dovrebbero con veemenza far sentire la loro voce. Anche attraverso una richiesta di modifica degli esami presso le prefetture che dovrebbero concentrarsi su una dimostrazione pratica di come si produce un artificio. D'altronde la sola
pappardella a memoria la possono imparare tutti.