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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
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MessaggioInviato: 27/09/2014, 15:42 
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POST 10.1 – PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO VOLTE A PRESERVARE LUSCIANO NON SOLO COME ENTITÀ FISICA, MA ANCHE COME IDENTITÀ IMMATERIALE RICONOSCIBILE DALLE ALTRE. “Deurbanizzazione di parte del territorio comunale”

In quarto luogo, sempre nell’ottica di porre un freno all’attuale mostruoso livello di antropizzazione rispetto all’esiguità della superficie comunale, è quanto mai essenziale che gli amministratori di Lusciano perseguano l’obiettivo di deurbanizzare parte del territorio comunale (magari anche con l’aiuto finanziario dell’ente provinciale e/o regionale e/o dello Stato).

Per l’esattezza, coll’aiuto di Google Maps (o Google Earth, a seconda del software prescelto), si nota attualmente un eccesso di edifici civili e commerciali, nonché di infrastrutture pubbliche e private, nelle aree delle vie Moro e Carminiello (dove domina un modello edil-speculativo che verte su enormi palazzoni residenziali con parcheggi interrati in mezzo a viuzze strettissime), nelle zone di viale Marconi ambo i lati, viale della Libertà ambo i lati dopo l’intersezione con via Carminiello direzione Parete, vie 11 Settembre e Rampi, vie Gobetti e f.lli Cervi (dove s’intrecciano edilizia familiare e speculativa, piccolo e grande commercio), in via Rosselli, nel rione Don Zeno e nel caseggiato dell’ultimissimo tratto di via De Chirico (talmente troppo ad occidente o a nord ovest da essere in contiguità coll’abitato di Trentola e contrassegnati da un modello di edilizia familiare).
A tutto ciò vanno infine aggiunti gli insediamenti sparsi nella campagna all’estremo sud del rione Gesú e Maria.


Per quelle che sono le conoscenze del sottoscritto mentre egli mette on line questo post, l’unico strumento normativo utile per procedere ad un abbattimento delle costruzioni private di ogni tipo (e pubbliche se appartenenti a soggetti pubblici diversi da quello comunale) sembrerebbe risultare quello di un’espropriazione per pubblica utilità avviata dall’amministrazione locale luscianese che, ovviamente, dovrebbe effettuare un preliminare cambio del piano urbanistico vigente in modo da stabilire la destinazione (cioè, il ritorno) ad uso agrario delle aree coinvolte.

In misura successiva o precedente (meglio ancora) all’espropriazione, inoltre, il locale ente comunale dovrebbe attivarsi per favorire la cessione della proprietà o della sola gestione dei luoghi interessati ad imprese agricole, nell’ambito della citata necessità di appoggiare il settore primario.


Va ricordato, infine, che l’espropriazione per pubblica utilità avrebbe pure il vantaggio di dare un indennizzo ai proprietari delle costruzioni da abbattere che, quindi, non verrebbero scacciati come se fossero soltanto delle mosche.


Ovviamente, all’abbattimento di edifizi andrebbe accompagnata una decisa ed inequivocabile “de-infrastrutturazione” delle aree luscianesi coinvolte. Quindi l’espianto del sistema fognario ed elettrico, l’eliminazione dell’asfalto, dei marciapiedi, delle panchine, e di ogni cosa simile a ciò; fatta salva l’eventuale necessità di tenere in piedi ogni rete di importanza sovracomunale.


Di seguito sono postate due foto rispettivamente riguardanti la “Lusciano odierna” e la “Lusciano dopo una sana deurbanizzazione”. Per acquisire ulteriore cognizione, si suggerisce a ogni utente di salvarle entrambe in una cartella del proprio pc in modo di effettuare un confronto immediato.

Allegato:
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Allegato:
dopo deurbanizzazione.jpg
dopo deurbanizzazione.jpg [ 262.29 KiB | Osservato 2204 volte ]



P.S. Volendo seguire un approccio prudente dettato dalla mancata conoscenza delle “carte”, si precisa che quanto proposto in questo messaggio ha come presupposto l’assenza di problemi legati all’abusivismo edilizio.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 27/09/2014, 15:43 
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POST 10.2 – PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO VOLTE A PRESERVARE LUSCIANO NON SOLO COME ENTITÀ FISICA, MA ANCHE COME IDENTITÀ IMMATERIALE RICONOSCIBILE DALLE ALTRE. Limitatissima localizzazione di capannoni per sostegno anzitutto all’agricoltura nell’attuale area di via Moro

Dopo aver consigliato una deurbanizzazione di parte del territorio comunale, a questo punto chiunque potrebbe chiedersi se per Lusciano non vi sia comunque una qualche remota possibilità di localizzare dei capannoni e simili.

A riguardo, si ritiene che ogni ipotesi di individuazione di una specifica area (con tutto quanto di contorno in termini di infrastrutturazione di sostegno) debba avvenire solo in caso di estrema necessità, debba limitarsi a insediamenti numericamente limitati e di piccole dimensioni e debba giocare anzitutto un ruolo di sostegno dell’attività agricola, l’unica vera “economia” compatibile coll’esiguità dell’estensione del paese. Quindi, ad esempio, potrebbe andare bene la presenza di sedi di piccole cooperative che trattano la derrata subito dopo il raccolto (carico e/o scarico e/o trattamento e/o conservazione in celle frigorifere), ma non di grosse industrie agroalimentari oppure dedite alla creazione di trattori o camion.

Ossevando attentamente le mappe, dopo la deurbanizzazione sarebbe possibile localizzare dei capannoni solo nell’area di via A. Moro, attualmente sfregiata da palazzoni costruiti secondo la logica edil-speculativa, in modo da consumare suolo solo nella parte nord di Lusciano e solo verso Aversa, città già orribilmente compromessa da questo punto di vista.

Il limite oggettivo di una localizzazione nell’attuale area di via A. Moro, la quale immetterebbe direttamente su viale della Libertà (tale da giustificare il sopraevidenziato motivo di “sola estrema necessità”), potrebbe essere aggirato proprio dal citato processo di deurbanizzazione che, appunto, ridurrebbe di molto l’impatto negativo generato da momenti di alto traffico veicolare legato alle attività svolte nei capannoni.

Allegato:
area capannoni e simili in estrema necessità.jpg
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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 27/09/2014, 15:44 
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POST 10.3 – PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO VOLTE A PRESERVARE LUSCIANO NON SOLO COME ENTITÀ FISICA, MA ANCHE COME IDENTITÀ IMMATERIALE RICONOSCIBILE DALLE ALTRE. Contenimento delle nascite

Le proposte del sottoscritto esposte nei POST 10, 10.1 e 10.2 rientrano nel novero dei compiti amministrativi di ogni comune italiano, e quindi anche di quello di Lusciano (CE). Tuttavia va riconosciuto come esse potrebbero avere efficacia limitata se non accompagnate, nel contempo, dall’affermazione di una mentalità e di strumenti normativi e pratici volti a contenere le nascite su scala locale.

Circa l’affermazione di una “mentalità” va precisato come il comune di Lusciano potrebbe provare ad agire da solo, mentre per quanto concerne gli strumenti normativi e pratici si ritiene quanto mai necessario che gli amministratori locali bussino direttamente alla porta degli organismi decisionali nazionali, gli unici (a quanto pare) in grado di fare qualcosa in materia di politica demografica per una regione sovraffollata come la Campania o, meglio ancora, per una nazione sovraffollata (rispetto alle risorse materiali interne) come l’Italia.

Il contenimento delle nascite nel territorio luscianese (e, per esteso, nella regione campana e in tutta Italia) trova fondamento anche in una duplice osservazione: a) piú persone vi sono e piú il suolo viene sottoposto a logiche di consumo; b) piú persone scelgono lavori differenti e piú la diversificazione porta ad un ulteriore consumo di terreno vergine.

Di conseguenza, occorrerebbe assolutamente incoraggiare: la promozione di pratiche contraccettive; il ricorso all’aborto anche in non gravi casi di salute del feto e/o della madre; lo stabilire il limite di soli due figli per ciascuno uomo e ciascuna donna (adozioni incluse), indipendentemente dal sesso del nascituro; la sterilizzazione di ogni singolo uomo e ogni singola donna che hanno messo al Mondo un secondo figlio; il ricorso all’aborto selettivo nel caso di gravidanze con 3 o piú gemelli.

Inoltre sarebbe quanto mai utile introdurre: un regime di tassazione appesantito per i nuclei famigliari aventi tre figli o piú (secondo un principio ‘inedito’ per cui chi mette al mondo in sovrannumero lo fa in virtú di redditi maggiori); un regime fiscale vantaggioso per chi volontariamente decide di mettere al Mondo un unico figlio (secondo un principio ‘inedito’ legato al minor consumo di materie prime, a cominciare, ovviamente, dal suolo).

Infine, sarebbe quanto mai giusto giungere, finalmente, ad un reale riconoscimento lavorativo e sociale della donna (che, in zone come quella di Lusciano, ancora in molti concepiscono unicamente come ‘angelo del focolare’ o come ‘entrata monetaria aggiuntiva’ a quella realizzata dal consorte maschio).

Contenere le nascite in eccesso, fra le tante cose, può recare specifici vantaggi perfino in misura di successione ereditaria poiché, non essendo tutti noi discendenti di Onassis, meno figli vi sono e piú la trasmissione dei beni riesce in misura relativamente maggiore garantendo un (ulteriore) stato di benessere materiale e immateriale.

A questo punto molti lettori (specie di orientamento cristiano) potrebbero nutrire forti perplessità innanzi a proposte/azioni volte al contenimento delle nascite. Tuttavia, ogni dubbio andrebbe immediatamente fugato innananzi alla consapevolezza che è lo stesso Padreterno (creatore del Mondo per il credente) ad aver favorito nella Natura un meccanismo di selezione.

A riguardo si vuol citare un esempio. Ogni anno, poco tempo prima del raccolto, i contadini effettuano uno ‘scarto’ delle pesche in eccesso sulle piante al fine di garantire una crescita migliore di quelle che restano. In cotal guisa, si ottengono dei frutti non solo piú grandi, ma, soprattutto, carichi di sostanze nutritive al punto giusto.
Per ogni persona dotata di buon senso, questa pratica contadina, a sua volta risultato di osservazioni maturate nel tempo, può essere vista come un ottimo caso di interazione Uomo-Natura che di certo non può essere estraneo alla volontà creatrice dell’Onnipotente.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 30/09/2014, 17:19 
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POST 10.4 – La preservazione dell’entità fisica e dell’identità immateriale di un comune conta SEMPRE piú delle legittime ambizioni personali di chi vi abita

L’abbattimento degli stabili e delle infrastrutture in eccesso nel territorio comunale unito all’affermazione di una mentalità e di strumenti pratici volti al contenimento delle nascite, il rilancio economico attraverso l’agricoltura, il perseguimento di un preciso modello abitativo di tipo famigliare e la circoscrizione dei commerci e dei servizi al dettaglio e/o di poca dimensione ad aree a ridosso del centro storico sono, indubbiamente, l’unico modo per evitare che Lusciano possa estinguersi come entità fisica e immateriale in quel mare d’asfalto e cemento che rischia di investirne inesorabilmente il territorio.

Da un punto di vista strettamente concreto, in particolare,
fatta salva la compatibilità ambientale di talune esprienze commerciali e impiegatizie, l’unico modello vero economico perseguibile in questo paese casertano resta ancora quello basato sull’agricoltura poiché ogni attività industriale sconta la mancanza di vasti spazi in cui localizzarsi.
Quindi, ove mai mancasse (legittimamente!) la voglia di occuparsi di semina e raccolto, è molto meglio lasciare incolto un terreno piuttosto che cambiarne sciaguratamente la destinazione d’uso.

Ragionando ora in linea generale, va osservato che è vero amministratore comunale solo colui che antepone alle legittime ambizioni dei singoli residenti l’idea stessa di integrità e funzionalità del territorio fondata su un rapporto con quest’ultimo di tipo ciclico.
Insomma, caso mai non fosse ancora chiaro, i migliori amministratori locali non sono quelli che ‘fanno costruire case o capannoni’ dappertutto o ‘fanno aprire ristoranti’ ovunque per consentire a Tizio e Caio ‘di campare nell’immediato’, ma quelli che lasciano alle generazioni a venire il diritto di decidere sui destini del proprio territorio, secondo una logica volta a trasmettere di padre in figlio il dovere di essere sempre ‘responsabili’ e giammai sciacalli.

Ovviamente anche il popolo e i privati in genere devono assolutamente convincersi che il possesso di un terreno non porta al sorgere automatico di un qualche diritto all’edificazione a proprio vantaggio, se quest’ultimo trascende dalla citata idea di preservazione funzionale del territorio locale.
S’asupica, perciò, che chi vede in “ogni metro quadro un metro cubo” possa rapidamente cambiare idea e trovare un altro modo per residere nella parte propriamente urbana di un comune. Oppure che s’inventi qualche altro mestiere per “campare”. Oppure che vada a vivere possibilmente ben oltre la regione Campania, già satura di suo.

Non va mai trascurato, infine, che l’utilizzo di tipo ciclico dello spazio comunale getta le basi per un costante rapporto Uomo-Territorio il quale, a sua volta, stimola la creazione di una collettività riconoscibile dotata di un proprio patrimonio materiale/immateriale fatto di luoghi, di usanze e di ritualità generatori di “immortalità”.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 30/09/2014, 17:19 
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POST 11 – Il rischio di DEFINITIVO ANACRONISMO della festa patronale di san Luciano prete e martire innanzi agli attuali ed eventuali stravolgimenti del territorio comunale di Lusciano (CE)

Soprattutto nel precedente post, il sottoscritto ha osservato che un territorio comunale è ben gestito quando la sua popolazione si rapporta ad esso in modo da seguire un andamento ciclico, imbastendo cioè un tipo di attività che porta a lasciarlo in buona sostanza integro e funzionale.

Inoltre, anche a Lusciano, in passato, l’esistenza di un andamento ciclico nel rapporto Uomo-Territorio fondato sulla centralità dell’economia e dell’agricoltura ha stimolato la creazione di una collettività riconoscibile dotata di un patrimonio materiale e immateriale (luoghi, riti e usanze), con quest’ultimo che è riuscito a viaggiare nel tempo di generazione in generazione e che dunque può essere definito come “generatore di immortalità”.

Con parole ancora piú chiare, si può osservare come, almeno fino agli anni Settanta del XX secolo, Lusciano avesse un territorio comunale nettamente contrassegnato da un’agricoltura la quale era sia “vera economia” sia (in quanto “vera economia”) un modello perfetto di rapporto Uomo-Territorio su scala locale poiché portava a preservare le superfici pur utilizzandole diversamente a seconda dei casi (semina, potatura, raccolto…).

In questo contesto contraddistinto da un uso ciclico del territorio comunale, la locale festa del Patrono rappresentava un’estrinsecazione assolutamente perfetta del patrimonio materiale e immateriale popolare a causa della cadenza annuale colla quale avevano luogo le relative celebrazioni liturgiche e civili.

Facendo un balzo ad oggigiorno, invece, si nota una Lusciano sovrappopolata e avviata alla post economia, a causa sia del processo di cementificazione in atto (per fini abitativi e infrastrutturali) sia della difficile localizzazione di un’attività manifatturiera alternativa all’agricoltura (per mancanza di ampi spazi).

In buona sostanza, mai come in questi ultimi decenni, a Lusciano emerge un contrasto di fondo fra il "moderno" rapporto Uomo-Terrritorio (contraddistinto da approcci anzitutto speculativi e da un diffuso fenomeno di consumo di suolo) e l’ideale di ciclicità che ancora trasuda dalla ricorrenza patronale, peraltro oramai depotenziata nella sua parte artistico-artigianale, come mostra l’assenza di un vero e proprio Programma Pirotecnico Aereo perlomeno dagli anni Novanta, guarda caso a causa di difficoltà logistiche dettate dall’avanzamento dei palazzoni nell’ultima grande parte libera a nord di viale della Libertà: la zona est di viale Marconi.

È dunque in questo contrasto di fondo che s’avverte l’attuale anacronismo della festa patronale in onore di san Luciano la quale rischia di divenire un ‘fatto superato’, con buona pace di chi la pensa (legittimamente) in modo opposto.

A chi arriccia il naso innanzi a questa parte del post del sottoscritto, si fa osservare come, almeno nel Sud Italia, ogni Festa Patronale riflette, in un modo o nell’altro, ciò che è (oppure che è stato, come nel caso di Lusciano, purtroppo) il rapporto Uomo-Territorio. Ad esempio, la loro calendarizzazione nei mesi autunnali (come a Montrone per san Trifone) risponde (o rispondeva, a seconda dei paesi) alla necessità di effettuare dapprima il raccolto e di garantire sostentamento ai lavoratori della terra finendo poi per consentire un maggiore successo alla medesima questua festaiola.

In conclusione, è giusto ricordare che chi tende a violare un territorio comunale attraverso un incontrollato consumo di suolo oltraggia sciaguratamente la spiritualità collettiva, la quale nel Sud Italia s’esprime in primis colle Feste Patronali, rappresentazione di “ciclicità” come “ciclico” è il dono divino di utilizzo delle superfici destinate a dare sostentamento quotidiano.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 30/09/2014, 17:20 
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POST 12 - Conclusioni

In occasione dei festeggiamenti per il XVII centenario del martirio di San Luciano (settembre 2012), gli organizzatori programmarono una lectio magistralis tenuta da un esponente del clero e intitolata “Cosa direbbe oggi San Luciano al popolo di Dio che è in Lusciano?” (http://www.sanluciano.altervista.org/index.swf ‒ sezione Programma).

Il sottoscritto ignora se l’evento ebbe luogo e cosa fu detto dal prelato. Di certo, se ancora adesso il martire d’Antiochia avesse la possibiltà di tornare in vita e di farsi sentire dalla sua gente, rinnegherebbe la scelta di essersi fatto martirizzare nel lontano 312 d.c. dopo aver constatato l’approccio inopportuno, illogico e, soprattutto, folle rispetto alla gestione del territorio del proprio paese.

Perciò, malgrado il mio pessimismo, si auspica che il popolo luscianese acquisisca consapevolezza circa la necessità irrinunciabile di non consumare inutilmente del suolo.


********************


Mi fermo qui, malgrado la voglia di aggiungere altro ancora a conferma di quanto scritto in tutti i miei post riguardanti i mutamenti passati presenti, futuri e futuribili del territorio comunale di Lusciano (CE).

Ringrazio in anticipo tutti coloro che avranno letto sperando in una serena interazione.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 03/10/2014, 18:53 
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salute a tutti. domenica sera mi sono recato a lusciano xkè volevo vedere un poco di fuochi ancke se di basso livello. i fuochi li ho veduti e avevo pure scattato delle foto xo' purtropppo non sono venute x niente bene.

quindi scusandomi per questo adesso vi faccio vedere le foto delle luminazioni ke ho fatto 15 gg prima quando era festa in tutto il paese

anche x quanto riguarda le luminarie quest anno il lavoro della ditta A. Criscuolo di Lusciano (CE) - la ditta e' dello stesso paese della festa - nn e' stato molto sul piano della quantita'. xo' la crisi secondo me nn c'entra niente - infatti quando sono arrivato vicino alla chiesa ci stava questo avviso ke adesso metto qua. in pratica ci sta scritto che ci sono state meno luminarie per il fatto di aiutare i poveri e aggiustare la cappella del santo.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
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dopo un velocissimo giro in macchina (visto ke il lavoro era poco) sono riuscito subito a sapere quant'era il lavoro della ditta di casa A. Criscuolo. ecco qua il BILANCIO:

- piazza Chiesa: 11 arcate e 1 piccolo capostrada
- corso da piazza chiesa al municipio: 15 arcate
- vicino al monumento dei caduti: 1 arcata
- strada che passa vicino al campanile della chiesa: 3 arcate
- strada che dalla piazza va all'incrocio cn viale Libertà: 2 arcate + 1 pezzo sparso in fondo a tutto
- ingresso paese lato cimitero: 1 pezzo sparso

infine la facciata della chiesa aveva dei fili con mescolate lampadine piccoline incandescenti e lampadine piccoline LED (sopra le colonne e sopra il portone centrale)


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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
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e adesso basta chiacchiere e vi faccio vedere le foto delle luminarie della ditta A. Criscuolo che appendeva nel suo paese

comincio da PIAZZA CHIESA

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