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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
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MessaggioInviato: 22/09/2014, 12:26 
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POST 4 – Riflessione sull’inopportunità della continua espansione edilizia residenziale su scala locale

Come osservato precedentemente, al 31-12-2013 la popolazione luscianese ammonta 15.296 abitanti in appena 4,5 kmq. Al 31-12-2003, invece, essa era pari a 13.226.

Nello stesso arco di tempo, invece, in provincia di Caserta, il numero di residenti è passato da 868.517 a 923.113; in tutta la Campania da 5.760.353 a 5.869.965; in Italia, infine, da 57.888.245 a 60.782.668.

In buona sostanza, la popolazione luscianese risulta aumentata del 17,3 per cento, ben oltre la medie provinciale (6,2 per cento), regionale (1,9 per cento) e nazionale (5 per cento).

Innanzi a dati simili, quindi, due sono le possibilità: o a Lusciano non vi sono donne ma coniglie oppure, al pari di quanto sta avvenendo in tutta l’area a nord di Napoli, anche questo piccolo (?) paese è interessato da un processo di popolamento proveniente dai comuni vicini e dall’adiacente metropoli partenopea, favorito anche da quella Strada dei Ponti della Valle che vi passa in sopralevezione e che, in verità, non pare aver portato finora dei benefici economici strutturali, ma rifiuti tossici sversati abusivamente, e, appunto, cemento, cemento, cemento.

Eppure il buon senso aiuta subito a capire come la continua espansione delle aree adibite a edilizia residenziale sia oggettivamente inopportuna. A Lusciano e ovunque.

L’espansione dell’edilizia residenziale in ogni direzione di un territorio comunale è inopportuna poiché tende rapidamente a trasformare quest’ultimo in una realtà congestionata dove qualsiasi attività di intervento (temporaneo oppure no, emergenziale oppure no) viene eseguita con difficoltà oppure non eseguita per nulla.

Ad esempio, in un dato paese colpito da un devastante terremoto potrebbe essere necessario l’allestimento provvisorio di tende ove far allogiare la gente. Ciò, però, riuscirebbe rapidamente e con efficacia solo a patto di avere delle aree libere poiché cercare riparo in zone edificate risulterebbe pericoloso innanzi a stabili danneggiati e/o all’eventualità di altre scosse.

Ad esempio, nel corso di un’emergenza rifiuti determinata dall’impossibilità temporanea di individuare delle aree di sversamento, potrebbe essere necessario individuare dei siti temporanei all’interno di un territorio comunale. Ciò, però, riuscirebbe con estrema difficoltà o per nulla se tutte le aree fossero edificate, vista l’indispensabilità di tenere i miasmi ben distanti dalla gente.

Ecco perché è quanto mai necessario circoscrivere l’area adibita ad edilizia residenziale, ma, soprattutto, risulta quanto mai indispensabile non stabilire “nuovi confini” ogni volta che quelli precedenti vengono superati.

Anche la presenza di “case sparse” in territori comunali assai ridotti di superficie costituisce qualcosa di illogico, a maggior ragione se addirittura in continuità colle aree abitate dei comuni vicini. Per Lusciano vedasi le situazioni del rione Don Zeno e via Rosselli (rientranti amministrativamente nel caso di Lusciano, ma assai adiacenti all’abitato di Trentola) e l’area all’estremo sud del rione Gesú e Maria.


P.S. I dati demografici pubblicati in questo messaggio sono stati presi da: demo.istat.it

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 22/09/2014, 12:30 
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POST 4.1 – Riflessione sull’estraneità al concetto di economia dell’attività legata all’edilizia residenziale

Malgrado quanto viene propinato quotidianamente da politici e mass media, l’attività edilizia residenziale è sempre antieconomica. E ciò vale per Lusciano, la Campania, l’Italia e il Mondo; quindi vale per ogni dove.

A riguardo, occorre anzitutto capire che cosa si può veramente intendere per “economia” al di là delle ‘pappardelle’ esposte pure nei manuali scolastici. Ebbene, in maniera rapida, “economia” è soprattutto ogni attività mirata alla creazione di beni materiali che soddisfano bisogni costanti e ripetuti nel tempo.

Tanto per intendersi, è “economia” la produzione agricola perché occorre sfamarsi quotidianamente; è “economia” la produzione di scarpe poiché ne vengono cambiate non poche nella vita di ognuno di noi; è “economia” financo la produzione di auto, anche se in questo caso occorrerebbe una riflessione aggiuntiva sull’utilità di un’attività ancora ad ampio raggio in un Paese come l’Italia che oramai ne è strapiena.

L’edilizia residenziale non è MAI “economia” perché generalmente le persone incorrono nel problema abitativo soltanto una volta nella vita. A parte gli sceicchi, i “vip”, i riciclatori di danaro sporco (che vogliono la prima casa, la casa al mare, la casa per l’amante, eccetera) e, purtroppo, chi è costretto a spostarsi per cercare/cambiare lavoro.
Quindi, approssimativamente, almeno un 70 per cento degli Italiani (tanto per non spostarsi dal Belpaese) avverte una volta soltanto nella propria vita il problema abitativo.

Solo l’attività volta alla soddisfazione di bisogni costanti e ripetuti nel tempo, quindi, può garantire un costante flusso di “ricchezza” in un dato sistema, visto che non è possibile lavorare una volta ogni tanto. In quest’ottica, quindi, resta davvero assurdo agli occhi del sottoscritto come un terreno destinato ad abitazione possa valere, ad esempio, molto piú di uno agricolo, vista la sua fuoriuscita fattiva dal circuito di quelle materie prime utilizzabile ciclicamente.

Dunque pretendere di associare al concetto di “economia” il comparto dell’edilizia residenziale è francamente illogico.

A questo punto, però, dopo i ragionamenti esposti dal sottoscritto nel corrente e nel precedente post, chiunque potrebbe attribuire almeno un ‘significato sociale’ all’edilizia residenziale, la quale andrebbe continuamente stimolata per non costringere nuove famiglie a vivere stipate come le sardine.

Ebbene, occorrerebbe allora capire perché trova gran spazio anche a Lusciano un’attività edilizia residenziale a scopo speculativo, cioè dove le case sono costruite per essere vendute a terzi.

Difatti chi costruisce per vendere non guarda al numero di case già possedute da un eventuale compratore. In quest’ottica, quindi, nulla impedirebbe ai palazzinari di un posto di cedere tutti i loro vani a un Berlusconi, a un Bill Gates oppure a un Agnelli lasciando comunque irrisolto il problema abitativo per gli altri.


P.S. Per facilità di comunicazione, dal concetto di “economia” qui esposto, è stato escluso ogni riferimento a produzioni immateriali legate all’arte (ad esempio, all’attività musicale o cinematografica).

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 22/09/2014, 12:33 
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POST 5 – Riflessione sull’inopportunità della localizzazione disinvolta dei servizi e del commercio i quali, peraltro, sono generalmente estranei al concetto di economia

Ogni diversificazione delle attività umane spinge naturalmente ad un maggiore consumo del suolo.

Si ponga il caso iniziale in cui due contadini arino il proprio campo. S’ammetta, per ipotesi, che uno di essi decida di destinare la propria parte alla costruzione di un negozio di scarpe o di un ristorante o di una discoteca. Diventa quindi conseguente che la presenza di un nuovo servizio o di un nuovo commercio genera un consumo di suolo.

Per Lusciano, spiccano specialmente due grossi casi di inopportuna localizzazione di attività commerciali e di servizi.

Il primo coinvolge all’unisono tutte le attività sito lungo ambo i lati dell’intero viale della Libertà.

Il secondo permette di porre l’attenzione sul maxi parcheggio di un centro commerciale (a sua volta ricadente, per l’esattezza, nella giurisdizione di Trentola Ducenta) sito nell’estrema parte occidentale del comune. In particolare, il centro commerciale e il maxiparcheggio tendono a costituire un fenomeno sproporzionato rispetto all’esiguità del territorio in cui sono inseriti.

Allegato:
commerci e servizi -inopportuno posizionamento.jpg
commerci e servizi -inopportuno posizionamento.jpg [ 242.81 KiB | Osservato 2002 volte ]


Oltre all’erosione del suolo, va ricordato come entrambi i casi di localizzazione disinivolta determinino un’incidenza in negativo sulla viabilità e sulla vivibilità locale e zonale, considerato il continuo andirivieni quotidiano di clienti.

In riferimento al centro commerciale, poi, occorrerebbe fare un’altra serie di considerazioni sulla sua localizzazione a ridosso della Strada sopraelevata dei Ponti della Valle, la quale dovrebbe restare un asse comunicativo a scorrimento veloce, cioè in primis a portata di chi lavora e non di famigliuole che non sanno come trascorrere una noiosa domenica pomeriggio. Inoltre, qualche altro ragionamento andrebbe fatto sulla stessa idea di utilità dei centri commerciali. Per ragioni di celerità comunicativa, però, il sottoscritto preferisce sorvolare su tutto, salvo richiesta di qualche amico di Piroweb.

Riflettendo nuovamente in linea generale, occorre sottolineare che anche i settori dei servizi e del commercio sono estranei al concetto di “economia” esposto dal sottoscritto nel POST 4.1.

Ad esempio, chi vende una scarpa (commercio) non la produce; quindi chi soddisfa il bisogno di calzare è la fabbrica all’origine. Chi consegna a domicilio un televisiore (servizio) non produce quest’ultimo; quindi chi premia la voglia di tv è il fabbricante all’origine. La stessa attività scolastica, peraltro, resta semplicemente un servizio perché mirata alla trasmissione di conoscenza (storia, geografia, arte…) e non alla sua creazione.

Servizio e commercio, quindi, sono solo un supporto per chi produce; essi rimangono, caso mai non fosse chiaro, due settori che non producono ricchezza in sé, ma che si limitano a trasferire flussi di moneta (mezzo di interscambio) da un soggetto all’altro. Punto e basta.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:09 
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POST 6 – Riflessione sull’inopportunità di erigere aree PIP a Lusciano, malgrado le loro attività possano essere (parzialmente o totalmente, a seconda dei casi) attinenti al concetto di economia

Consultando internet, si scopre che le aree di Piano di Insediamento Produttivo (P.I.P.) sono porzioni di un territorio comunale destinato ad una localizzazione monotematica o politematica di diverse attività lavorative.

Praticamente le aree PIP possono essere tutto e il contrario di tutto. Occorre quindi complimentarsi di cuore con il legislatore per questo ennesimo capolavoro di ‘certezza del diritto’. Difatti queste zone possono contenere al loro interno industrie e/o attività commerciali e/o servizi in genere e/o segmenti del comparto edilizio.

Stando a quello che si legge in rete, pure Lusciano dovrebbero essere interessata dal “fenomeno P.I.P”.

È pero giunto il momento di approfondire.

Allegato:
AREE PIP.jpg
AREE PIP.jpg [ 196.84 KiB | Osservato 1973 volte ]


L’area P.I.P. 1 dovrebbe sorgere nella parte nord del paese, quella propriamente urbana, nel piccolo spazio verde compreso fra il cimitero e il rione Don Zeno. Con un’estensione ipotizzata di 60.000 metri quadri (http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx/VisArticolo.aspx?IdArt=294124&KeyW=sviluppino), essa dovrebbe contenere attvità di tipo industriale, artigianale, commerciale e di servizi (http://www.casertanews.it/public/artico ... 063624.htm).

Nel momento in cui il sottoscritto mette nero su bianco queste parole, però, problemi burocratici impediscono di andare avanti colle procedure (http://noi.caserta.it/pip-lusciano-bando-da-rifare-il-tar-annulla-le-assegnazioni-dopo-il-ricorso-di-fratelli-conte.html).


A scriver la verità, e ringraziando il Cielo per ciò, mentre il sottoscritto pubblica questo messaggio, il progetto di realizzazione dell’area P.I.P. 2 appare invece destinato all’accantonamento a causa di accertamenti di natura giudiziaria che hanno perfino portato in carcere temporaneamente un ex sindaco del paese (http://www.pupia.tv/lusciano/cronaca/485/appalti-arrestato-sindaco-verolla-chiesto-carcere-luigi-cesaro.html).
La zona P.I.P. 2 sarebbe dovuta sorgere a sud di viale della Libertà, in prossimità del vicino comune di Parete, su una superficie 230.000 metri quadri (http://archivio.denaro.it/VisArticolo.aspx/VisArticolo.aspx?IdArt=294124&KeyW=sviluppino) da riservare alla presenza di attività spiccatamente industriali.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:11 
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POST 6.1 – (segue da sopra)

Sia come sia, l’inopportunità di aree PIP a Lusciano può essere motivata in vari modi, a seconda delle attività di cui si prevede l’arrivo.

Innanzitutto, nell’ipotesi di una localizzazione artigianale/industriale, occorre precisare come questa abbia bisogno di vaste aree situate lontano dai centri abitati e nell’imminenza di grandi vie di comunicazione (autostrade e/o scali merci ferroviari e/o di aereoporti) onde favorire una grande concentrazione di imprese, potenzialmente in grado di avviare sinergie fra loro e, addirittura, di fondersi in realtà piú grandi per dare l’assalto ai mercati nazionali e internazionali.
Nel caso di Lusciano, però, ciò sembra mancare vistosamente. In primis, già uno spezzettamento in due delle aree è conferma di un’incompatibilità di fondo coll’esiguità del territorio comunale. In secundis, i PIP sorgono ad estremo contatto col centro abitato. In tertiis, il vantaggio di sorgere nei pressi della Strada sopraelevata dei Ponti della Valle è neutralizzato dalla spaventosa trafficabilità di quest’ultima, oramai ridotta ad asse viario per collegare a Napoli i quartieri dormitorio della zona a nord.
La zona PIP 1, in particolare, potrebbe financo condividerebbe col centro commerciale Jambo uno dei due accessi alla sopraelevata in direzione nord con evidenti rischi di paralizzazione del transito veicolare.

Allegato:
PIP 1 fallimento logistico.jpg
PIP 1 fallimento logistico.jpg [ 253.04 KiB | Osservato 1972 volte ]


In buona sostanza, l’erezione di aree PIP luscianesi con connotati artigianali/industriali potrebbe financo rispondere al tentativo di dare al territorio comunale un reale indirizzo economico oltre l’agricoltura, ma ragioni logistiche oggettivamente insormontabili ne rendono assai difficile la caratterizzazione in tal senso.

Il posizionamento di attività commerciali e di servizi nelle aree PIP luscianesi, invece, sembra solo francamente eccessiva, non trovandosi innanzi alla necessità replicare la city londinese.

Infine, PIP luscianesi aperti, fra l’altro, ad attività edili, potrebbero costituire un vero paradosso per un territorio comunale che di tutto ha bisogno fuorché di un ipotetico rilancio del mercato immobiliare.

In chiusura, è quanto mai auspicabile l’accantonamento non solo del P.I.P. 2, ma anche del P.I.P. 1, nonché il ritorno a destinazione agricola delle superfici interessate: difatti questo è l’unico modo per evitare azioni che, in tutta sincerità, sembrano soltanto avere fini speculativi (terreno agricolo acquistato a basso costo, variante urbanistica, lottizzazione e infrastrutturazione).

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:13 
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POST 6.2 – Una terza concentrazione di capannoni all’incrocio fra viale della Libertà e viale Marconi?

Insomma, stando a quello che si è scritto finora, l’area P.I.P. 1 trova difficoltà ad essere realizzata, mentre l’area P.I.P. 2 sembrerebbe costituire piú un tentativo abortito che uno rinviato sine die.

Ciò malgrado, mentre il sottoscritto posta questo messaggio, starebbe effettivamente sorgendo una concentrazione di capannoni in una nuova zona: l’intersezione dei viali Marconi e della Libertà, nella parte sud del territorio comunale.

Allegato:
nuova area capannoni da lontano.jpg
nuova area capannoni da lontano.jpg [ 349.93 KiB | Osservato 1971 volte ]

Allegato:
nuova area capannoni da vicino.jpg
nuova area capannoni da vicino.jpg [ 168.72 KiB | Osservato 1971 volte ]


Trattasi di un’area P.I.P. 3? O della P.I.P. 2 su "scala ridotta" e rivolta verso Aversa anziché verso Parete? Purtroppo il sottoscritto non sa sciogliere questo dilemma. Di certo, però, resta evidente l’inopportunità dell’ennesimo episodio di consumo del suolo, a maggior ragione se collegato alla parte extraurbana di Lusciano e a maggior ragione considerando la localizzazione lungo la trafficatissima arteria di viale della Libertà.

Essendo una sezione ancora da completare, comunque, il sottoscritto non manca di auspicare un blocco dei lavori ed un ripristino della destinazione agraria.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:14 
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POST 7 – Riflessione sull’inopportunità di un futuro parco agricolo a Lusciano, a sud di viale della Libertà

Una definizione ‘ecumenica’ pescata dal sottoscritto in internet aiuta a inquadrare il parco agricolo come “un’area nella quale creare, riscoprire oppure potenziare l’attività primaria al fine di salvaguardare e tutelare il territorio e l’ambiente in esso inserito”.

Una consultazione piú paziente del web, però, permette di approfondire i connotati di tale “creazione, riscoperta, potenziamento”. In linea generale, infatti, in codesti ‘parchi’ resterebbe pur sempre possibile localizzare anche attività di natura nettamente extragricola: da forme di viabilità interna agli agriturismi, dai maneggi ai parcheggi fino a sezioni destinate agli hobby (come, ad esempio, il footing).

Caso mai non fosse chiaro agli… schiocchini, si precisa con forza che l’agriturismo non è agricoltura, ma mera ricettività; che il maneggio rimanda all’equitazione e giammai all’allevamento; che attività come il footing costituiscono del tempo libero e non una forma di occupazione a tempo indeterminato.

In buona sostanza, se fosse approvata la proposta (esposta dall’associazionismo locale) di istituzione di un parco agricolo luscianese per la zona sud di viale della Libertà, si potrebbe attivare, fra una variante urbanistica e l’altra, un devastante processo di consumo del suolo basato su asfalto, fognature, marciapiedi, lampioni, ristoranti e, perché no, perfino strutture residenziali ad hoc.

Allegato:
PARCO AGRICOLO.jpg
PARCO AGRICOLO.jpg [ 196.34 KiB | Osservato 1970 volte ]


Per quanto possa sembrare strano soprattutto ai testardi, insomma, va sottolineato che non esiste attività migliore dell’agricoltura per tutelare l’integrità di un territorio senza… tutelarlo… a chiacchiere. Quindi è dovere degli amministratori di ogni livello (locale, regionale e nazionale) attivarsi per anzitutto sostenere il comparto primario, anche ricorrendo a misure di natura protezionisticha per scoraggiare l’arrivo di derrate estere ed evitare la “fuga dai campi”.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:20 
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POST 8 – Riflessione sull’inopportunità che, in un prossimo futuro, la parte a sud di viale della Libertà sia attraversata da una nuova strada Giugliano-Lusciano-Parete

In un incontro pubblico dell’ottobre 2013 (http://www.pupia.tv/lusciano/modules.php?name=News&file=print&sid=433), il sindaco di Lusciano in carica, N. Esposito, aveva auspicato la creazione di una nuova strada a sud di viale della Libertà e parallela a quest’ultima alfine di rendere piú rapido il flusso del traffico fra i centri di Giugliano in Campania, Lusciano e Parete.

Allegato:
PARALLELA.jpg
PARALLELA.jpg [ 309.12 KiB | Osservato 1966 volte ]


Nel momento in cui viene pubblicato questo post, il sottoscritto non sa se l’annuncio abbia poi innescato l’avvio di un iter burocratico. Tuttavia già la sola idea di realizzare tale nuova arteria dovrebbe far accaponare la pelle dal terrore.

In Italia, nel Sud Italia, a maggior ragione in un’area a nord di Napoli già spaventosamente sovraffolata, tradizione e cultura insegnano che ogni nuova strada tende, prima o poi, a far divenire edificabili tutti i terreni circostanti. Quindi, un problema come quello del traffico e della vivibilità nelle zone attraversate dalla Strada degli Americani potrebbe uscire dalla porta e rientrare dal portone rappresentando fin da subito solo l’ennesima e dannosissima operazione di consumo del suolo.

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 24/09/2014, 15:21 
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POST 9 – L’antropizzazione oggettivamente insostenibile come causa della “morte” del territorio locale (idea di antrofizzazione)

Un territorio comunale come quello luscianese si trova attualmente esposto ad un’antropizzazione che è divenuta oggettivamente insostenibile sia in termini prettamente demografici sia in termini di diversificazione degli impieghi.

Nel giro di pochi chilometri quadrati (4,5 nello specifico), infatti, si cerca quotidianamente un equilibrio forzato fra gente che viene a risiedere dai paesi vicini e dalla metropoli partenopea, agricoltura, edilizia speculativa e non, attività commerciali, servizi e artigianto di nicchia che, alla fine, crea solo ingestibiltà, invivibilità e cancellazione progressiva dell’idea di territorio e di comunità locali.

Ingestibilità anzitutto nel senso che nessuno sa dove meglio collocare “chi” e cosa”. Ad esempio, la pretesa di fare di Lusciano una cittadella industriale coi progetti PIP viene a cozzare coll’impossibilità di avere ampie aree a riguardo.

L’invivibilità a danno del popolo si verifica colla difficoltà a spostarsi rapidamente da un posto all’altro e financo con problemi di salute legati allo stress.

La cancellazione progressiva dell’idea di territorio e di comunità locali, infine, si verifica colla stracitata erosione continuativa degli spazi fino a non averne piú alcuno libero.

Un’antropizzazione incontrollata può essere quindi paragonata all’eutrofizzazione dei laghi. Come quest’ultima si manifesta con un’iniziale sovrabbondanza di sostanze nutritive che porta a una crescita spaventosa delle alghe e alla susseguente mancanza di ossigeno a danno dei pesci tutti, all’istessa maniera l’apparente benessere iniziale determinato da una fortissima concentrazione di abitanti e impieghi produce a lungo andare la “morte” del territorio poiché ogni componente cerca uno spazio che non può oggettivamente esservi.

Con licenza scrivendo, è possibile dunque sostenere l’idea che anche Lusciano stia vivendo appieno un drammatico processo di antrofizzazione (dall’incrocio delle parole eutro[fizzazione] + [antropi]zzazione).

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Re: LUSCIANO (CE) - San Luciano Prete
MessaggioInviato: 27/09/2014, 15:40 
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POST 10 – PROPOSTE DEL SOTTOSCRITTO VOLTE A PRESERVARE LUSCIANO NON SOLO COME ENTITÀ FISICA, MA ANCHE COME IDENTITÀ IMMATERIALE RICONOSCIBILE DALLE ALTRE. Circoscrizione dell’attività edilizia residenziale, localizzazione limitata dei commerci e dei servizi, rilancio dell’agricoltura locale

Leggendo tutti i messaggi precedentemente postati in questo topic, qualsiasi amico di Piroweb potrebbe farsi la brutta idea che il sottoscritto sappia solo esprimersi con un “no” verso ogni persona e ogni cosa.

Partendo dalla premessa che niente e nessuno obbliggerebbe ad esprimersi favorevolmente né ogni volta né solo qualche volta, va osservato che, comunque, malgrado tutti i problemi e i pericoli imminenti e futuri, anche per i territorio comunale di Lusciano non sarebbe (il condizionale è però d’obbligo) ancora suonata l’ultima ora.

Si precisa che ognuna delle sottostanti proposte (esposte in maniera comunque sommaria per ragioni di spazio) ha l’ambizione di mirare a porre un freno all’attuale mostruoso livello di antropizzazione rispetto all’esiguità della superficie comunale (appena 4,5 kmq).


In primo luogo, è assolutamente necessario che gli amministratori comunali di Lusciano circoscrivino lo svolgimento dell’attività di edilizia residenziale alle segg. aree: centro storico (ma in un’ottica, in primis, di preservazione identitaria di codesta parte del comune) sezione nord ovest contigua all’abitato di Ducenta, sezione nord est contigua alla città di Aversa, viale Manzoni e traverse che vi si immettono direttamente, rione Gesú e Maria ma solo per la parte prossima a viale della Libertà.
A riguardo, inoltre, si ritiene utile sostenere unicamente un modello abitativo di stile familiare (diverse generazioni nello stesso stabile); rilanciare la ristrutturazione/ricostruzione di vecchi immboli e la creazione di nuove case in senso verticale (magari anche colla concessione di sussidi di matrice provinciale, regionale o nazionale); impedire comunque la realizzazione di nuovi appartamenti se superiori ad una certa misura (ad esempio, 90 mq inclusi eventuali balconi); vietare totalmente la costruzione di nuove case da mettere in vendita, scoraggiando cosí l’arrivo di intere famiglie forestiere.


In secondo luogo, circa la localizzazione dei commerci e dei servizi, buon senso dovrebbe spingere gli amministratori luscianesi a puntare principalmente su quella parte urbanizzata del paese piú adiacente al centro storico, dando anzitutto precedenza alle attività al dettaglio o comunque in grado di garantire una minore occupazione di spazio.


In terzo luogo, la sacrosanta esigenza di non distruggere la porzione extraurbana a sud di viale della Libertà dovrebbe imporre agli amministratori luscianesi di adottare ogni iniziativa possibile per tutelare e rilanciare la produzione agricola nel comune.
A tal proposito, sarebbe assai utile puntare su coltivazioni arboricole e di terra, con particolare occhio per la produzione di Uva Asprina, il cui vino, storicamente considerato solo nei circuiti locali, potrebbe divenire un volano di vero sviluppo economico perfino per l’intero agro aversano-giuglianese dopo un attento processo di valorizzazione (dalla fase vegetativa a quella prettamente promozionale sui mercati).
La presenza di una forte urbanizzazione a cavallo delle province di Napoli e Caserta, invece, spingerebbe a non scommettere su forme di allevamento di media e grossa taglia (ovino, suino, bovino, equino) poiché, seppure svolte in stalle con metodi intensivi, tenderebbero a richiedere spazi che, soprattutto in questa fase storica, mancano.

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