Fischi e Sirene
Le sirene e i fischi sono quei fuochi di guarnizione che emettono un suono più o meno prolungato e piuttosto intenso.
Il principio chimico fisico che sta alla base di questi due prodotti è simile.
In realtà, non esistono composizioni pirotecniche che una volta ignite producono un fischio o comunque un suono, piuttosto esistono miscele che bruciando emettono una grande quantità di gas.
Detto questo, tutti noi conosciamo il flauto a canne. Se si soffia dentro una canna di bambù tappata ad una sua estremità si produce un suono dalla frequenza caratteristica.
Il suono è un'onda che si propaga nell'aria creando zone a pressione più bassa dette rarefazioni e zone a pressione più alta dette compressioni; la tonalità di una particolare onda sonora è caratterizzata da una precisa lunghezza d'onda, che non è altro che la distanza tra due zone consecutive di alta pressione.
Quando si soffia dentro una canna chiusa, si generano delle zone ad alta e bassa pressione. Queste onde di pressione generate in modo continuato dal soffio, si sommano e si annullano a seconda del rapporto tra la lunghezza d'onda e la lunghezza di quella canna.
In particolare quando la lunghezza d'onda di una certa onda acustica coincide con il doppio della lunghezza di quella canna, ha luogo un fenomeno di amplificazione di quella particolare tonalità, noto col nome di risonanza: i contributi delle onde sonore successive si sommano sempre (onde in fase), esaltando quella specifica tonalità rispetto a tutte le altre di cui è composto il rumore di fondo.
Senza presunzione di completezza ne' di rigore, questo è il principio per cui di tutte le possibili onde sonore che si generano nella canna (che prende il nome di risonatore), ne viene amplificata solo una in particolare.
Bisogna dire inoltre che le canne più lunghe amplificano le tonalità a lunghezza d'onda maggiore che corrispondono ai suoni a bassa frequenza, mentre le canne più corte esaltano le componenti acustiche a lunghezza d'onda minore, ovvero i suoni a frequenza più alta.
Con lo stesso principio funzionano i fischi e le sirene pirotecniche.
Per la realizzazione di questi artifici si usa un cilindretto di cartone pressato che funziona da risonatore. Ad una delle due estremità, usando la pressa, si realizza un tappo di creta o argilla per sigillare l’artificio, e successivamente sempre con la pressa viene creato uno strato di composizione pirotecnica, lasciando vuoto uno spazio adeguato del cilindretto che funzionerà da risonatore. Una volta acceso, il soffio generato dalla pressione dei gas farà suonare questo artificio.
La frequenza del suono che si genera, e quindi la tonalità, è caratterizzata dalla lunghezza del cilindretto, mentre la sezione del cilindretto stesso, il tipo di composizione e la pressione a cui viene sottoposta incidono direttamente sulla pressione del soffio, che è correlato all’intensità del suono.
C’è da dire inoltre che su quest’ultima incide anche la forma superficiale con cui viene pressata la composizione. Maggiore è la superficie di combustione e maggiore sarà il gracchio.
Come si può intuire facilmente inoltre, man mano che la composizione brucia, aumenta la lunghezza del cilindro con la funzione di risonatore, ed il fischio mano mano, si abbassa di tonalità.
Alcuni pirotecnici hanno l’abitudine di micciare le sirene per l’accensione, altri invece non lo fanno.
Una cosa cruciale in questo tipo di lavorazione è il fatto che la composizione che si usa, quando è pressata brucia violentemente, ma quando non lo è scoppia. Quindi se nella lavorazione rimangono spazi vuoti o non pressati adeguatamente, la sirena esplode invece di fischiare.
Questo capitava non di rado quando venivano caricate a mano, oggi che si usa la pressa questo accade più raramente.
Questo tipo di prodotto pirotecnico, per l’esecuzione di spettacoli aerei, non viene mai usato singolarmente in quanto non avrebbe un particolare effetto, ma viene usato sempre in più pezzi, appunto per produrre un sobillo notevole che produca un effetto pirotecnico gradevole. Le sirene vengono utilizzate sia in artifici di piccolo calibro che di grande calibro: si può utilizzare ad esempio negli sbruffi cal. 4 cm, o anche nelle stutate. Inoltre spesso si usano anche nella parte terminale dello spettacolo aereo prima della chiusura dei colpi scuri, per dare un effetto di maggiore impatto alla chiusura. Inoltre, le sirene, vengono utilizzate nelle batterie alla sanseverese e alla bolognese per scandire il tempo nel “tuttù”. In questo caso vengono utilizzate in maniera singola, al posto dei ritardi classici che sono le spolette.
Un variante particolare delle sirene si ha quando al termine dell’effetto sonoro c’è uno scoppio voluto dal pirotecnico. In questo caso, tra la polvere utilizzata per produrre l’effetto sirena ed il tappo, viene messa la mistura che ha appunto la caratteristica di provocare uno scoppio. Durante la loro corsa in cielo, non hanno una traiettoria fissa, ma vagano a loro piacimento, lasciandosi dietro una scia dorata o argentata a seconda dell’effetto che il pirotecnico gli avrà conferito.
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