L’artificio pirotecnico denominato “STUTATA”, nasce dalla maestria dei pirotecnici italiani che fanno di questo artificio un loro “cavallo di battaglia”. L’idea fondamentale che sta alla base di questa meravigliosa bomba è che dopo l’apertura la bomba sembra spegnersi (da qui il termine stutata, che significa proprio spenta), per poi esplodere in decine di fuochi colorati che si aprono contemporaneamente, occupando tutto lo spazio visibile. La stutata può avere sia una forma cilindrica (tradizionale), che sferica; ogni pirotecnico la costruisce in base alle proprie esigenze, infatti ci sono diversi calibri che la caratterizzano, a partire dal cal. 16 cilindrico.
Con le guarnizioni, gli artifici pirotecnici che si trovano all’interno della stutata, il pirotecnico da sfogo alla propria fantasia. Per le bombe a notte la stutata può esser realizzata con gli stucchi, con le pupatelle, con i lampi colorati (difficili da realizzare) o al titanio, per le bombe a giorno invece si usano i colpi tonanti (botte), i lampi colorati (si vedono sia di giorno che di notte), e le botte a macchia, ovvero quelle che fanno il colpo con il fumo colorato.
La lavorazione delle stutate sferiche e di quelle cilindriche, così come il loro funzionamento, è completamente diverso.
La stutata cilindrica apre in salita, dopo l’apertura le guarnizioni vengono lanciate verso l’alto per spargersi bene ad occupare il più ampio spazio possibile.
La stutata sferica invece esplode alla massima altezza che raggiunge l’artificio, e sparge le guarnizione tutt’intorno con simmetria sferica.
La realizzazione di una stutata cilindrica segue le seguenti linee. Avvolgendo carta e cartone attorno ad un’apposita forma in legno, si realizza il cartoccio (o cassa) che conterrà le guarnizioni. Le guarnizioni, anch’esse dalla forma cilindrica vengono posizionate all’interno del cartoccio a formare dei cerchi ognuno dei quali viene chiamato giro. Una stutata può essere a 2, 3 o 4 giri. Nello spazio vuoto che rimane al centro viene posizionato lo spacco, che esplodendo apre il cartoccio, incendia le guarnizioni e le lancia in cielo. Esse poi esploderanno tutte insieme a seconda della tenuta.
foto lavorazione 1:
foto lavorazione 2:
Una volta chiusa la bomba, si procede alla fortificazione della cassa. Si avvolgono intorno alla bomba fogli di carta kraft, e poi si procede alla spagatura (allazzatura). Con dello spago imbevuto di colla, la bomba viene prima legata in senso longitudinale, e poi in senso orizzontale, in modo da formare una rete più o meno fitta. Fatta la prima spagatura di solito leggera, ed a maglie larghe, si esegue una secondo giro di fogli di carta kraft, ed una seconda spagatura più fitta.
foto lavorazione 1:
foto lavorazione 2:
I segreti del pirotecnico stanno proprio in quanta carta si usa, quanti giri di spago si fanno, come devo essere larghe le maglie dell’allazzatura. Fondamentale poi è lo spacco, alcuni pirotecnici aprono le stutate con lo spacco, altri con la polvere, altri ancora con il sughero, o anche tecniche ibride: spacco e sughero, o polvere e sughero.
La realizzazione delle stutate sferiche, secondo lo stesso parere dei pirotecnici, è più sbrigativa.
Esistono attualmente in commercio delle forme semisferiche di cartone pressato, che basta riempire con le guarnizioni, e poi mettere al centro lo spacco. I due emisferi vengono poi fatti combaciare l’uno sull’altro, e la bomba viene chiusa. Si procede poi a rinforzare l’involucro. Prima si procedeva ad incollare strisce di carta, una ad una, a formare un guscio uniforme e resistente, oggi una lavorazione più sbrigative prevede l’uso di carta adesiva giapponese, oppure anche l’allazzatura con lo spago.
La carica di lancio costituita esclusivamente da polvere nera, come prescritto dalla legge, viene posizionata sotto la bomba, dalla parte opposta della spoletta, e collegata con un “passafuoco” alla spoletta in capo alla bomba stessa.
Una volta che si accende il passafuoco, lo stesso alimenterà sia la spoletta e contemporaneamente darà l’innesco alla polvere di lancio che proietterà in aria l’artificio.
Questo accorgimento si usa perché se la spoletta si mettesse dalla parte della carica di lancio, c’è il rischio che la forte esplosione della partenza sfondi la spoletta e la bomba esploda nel mortaio.
Cosa c’è da sapere su questo meraviglioso artificio.
Se la ripresa di colpi non è unica la bomba è difettata.
Se le guarnizioni non sono ben fatte, o lo spacco non è ben calibrato la bomba passa a colpo scuro.
Se la stutata è troppo alta può capitare che non tutte le guarnizioni si accendano.
Per le stutata cilindriche, se la polvere di lancio non è sufficiente, le guarnizioni dopo l’apertura, e vista la loro lunga tenuta, possono ricadere e scoppiare a terra.
Per le stutate sferiche, se la struttura non offre una resistenza omogenea su tutto l’artificio, e se lo spacco non è simmetrico, si rischia che all’apertura la bomba perda la sua simmetria sferica.
Variazioni sull’idea base della stutata sono le stutate notturne con la controbomba, e le stutate sempre notturne, con due riprese ravvicinate, di solito una ad intrecci di stucchi ed una a colpi.
Per le bombe di giorno si chiamano sempre stutate le bombe a due sfondi e a 4, 5, 6 o 7 riprese. In questo caso il nome è dato piuttosto dalla forma della bomba, che risulta bassa e tozza come una stutata, che dal suo effettivo funzionamento.
Le stutate vengono usate anche per realizzare delle figure che prendono il nome di 3x3, 4x4 ecc, e che consistono nel lanciare 3 o 4 stutate consecutivmente.
Da precisare che le attuali leggi italiane permettono l’utilizzazione in luoghi pubblici di artifici sferici del massimo calibro di 40 cm, mentre per gli artifici cilindrici fissano questo limite al calibro 21 cm, e per l’altezza 3 volte il calibro, quindi una stutata cilindrica potrà essere alta al massimo 63 cm.
Per la concessione delle immagini ringraziamo Gino, e la pirotecnica Albano e Russo da Melito (NA).
Un ringraziamento anche a crash per la realizzazione del disegno, delle aperture delle stutate.
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